The Floating Piers incombe sul lago d’Iseo

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Un evento internazionale dal pericoloso impatto ambientale sullo splendido e fragile ecosistema del Lago d’Iseo. Questo sarà, secondo Legambiente, l’installazione “The Floating Piers” dell’artista bulgaro Vladimirov Yavachev, in arte Christo, celebre per le sue opere di land art. Aprirà al pubblico sabato 18 giugno, dopo 23 mesi di progettazione, la passerella galleggiante di tre km, ricoperta da un cangiante telo giallo, che consentirà di camminare sull’acqua partendo dal paese di Sulzano, in provincia di Brescia, fino a Montisola, l’isola lacustre più grande d’Italia. Un evento dall’eco internazionale, che ha messo in campo una macchina organizzativa imponente già dall’autunno scorso per la posa dell’opera, ma che non è privo di criticità, come rileva Legambiente. Durante i 16 giorni di apertura al pubblico del ponte galleggiante, sono attesi oltre 50mila turisti al giorno, che graviteranno nella zona del lago. «È sicuramente un’operazione di marketing positiva per questo territorio, ma ci preoccupa la difficile gestione di un così gran numero di persone in un’area che presenta strade strette, carenza di parcheggi, strutture inadatte ad accogliere così tanta gente tutta insieme – sottolinea Dario Balotta, responsabile Trasporti di Legambiente Lombardia – I rischi maggiori sono legati al notevole aumento del traffico, con conseguente congestione delle strade che portano verso il lago e l’aumento di inquinamento da emissioni dei veicoli a motore».  Niente auto a Sulzano – e questo è certamente un dato positivo – servizio ferroviario potenziato, ma al tempo stesso stop alle biciclette. Piccoli paesi coinvolti, un territorio lacustre non certo abituato al turismo di massa, mancanza di infrastrutture adatte, uniti ad un flusso di visitatori decisamente eccezionale, hanno fatto prendere al Prefetto di Brescia la decisione di vietare l’accesso a Sulzano sulle due ruote, per motivi di sicurezza della viabilità, affidando ai soli bus-navetta la percorribilità delle strade. È venuta meno la sostenibilità dell’evento così pubblicizzata in origine, tanto che nel progetto stesso era stata prevista la creazione di appositi parcheggi per ospitare 70mila bici.

Un rischio ambientale, però, preoccupa non solo gli ambientalisti, ma anche il mondo accademico, tanto che il professore Marco Pilotti, docente del dipartimento di Ingegneria civile, architettura, territorio, ambiente dell’Università di Brescia ed esperto del lago d’Iseo, ha condotto uno studio sull’impatto dell’opera sulla morfologia del bacino. Il molo galleggiante è ancorato al fondo del lago con 150 blocchi di cemento armato da sette tonnellate l’uno e il progetto prevede, al termine dell’esposizione, la rimozione totale dell’opera e lo smaltimento di tutti i materiali. «Il recupero dei cosiddetti corpi morti degli ancoraggi – spiega il professor Pilotti – farà solo del male al lago, perché solleverà i sedimenti del fondale. Le misurazioni che abbiamo fatto hanno rilevato che in quel terreno è contenuta una quantità di fosforo 15 volte maggiore a quella presente nei livelli superiori dell’acqua, che già oggi è un dato piuttosto elevato per quella tipologia di lago. Sono stati massimizzati i costi dell’opera, con la decisione di estrarre questi blocchi di cemento, di fatto per procurare un danno ambientale. Sarebbe meno pericoloso lasciarli nel lago, visto che sono di materiale inerte». Infine un conto economico che ricade anche sulla collettività. La realizzazione dell’opera è completamente finanziata dalla società che gestisce The Floating Piers, che ha messo a disposizione 900.000 euro da ripartire tra regione Lombardia, Provincia di Brescia ed Enti Locali. Tali istituzioni, però, hanno già messo in campo tre milioni di euro, dei quali in particolare 535.000 euro per gli interventi di tutela e assistenza sanitaria continua nei 16 giorni dell’evento, come annunciato dall’assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia Mauro Parolini. Se è vero che l’evento porterà un indotto per il territorio in termini di servizi e turismo, ha comportato dei costi indirettamente sostenuti dai cittadini: nell’aprile dello scorso anno la Società pubblica di Navigazione Navise aveva annunciato un contributo di 200 mila euro, tradotti in un aumento medio delle tariffe del 30% sugli abbonamenti annuali per non residenti, del 45% sui mensili per studenti residenti e un rincaro diretto del 10% sui biglietti ordinari delle tratte che porteranno all’accesso all’opera.

 

«Il nostro timore è che si sviluppi una formula di turismo mordi e fuggi – racconta Ines Moretti, direttrice del Camping Quai di Iseo e socia di Legambiente – Non farà bene né alla promozione delle bellezze del territorio né alla gestione dei flussi dei visitatori, che si accalcheranno in lunghe code in auto prima e in attesa di salire sulla passerella poi, solo mettere piede sull’opera e quindi tornarsene a casa incastrandosi nuovamente nel traffico. Per non tornare più». Durante i giorni di apertura al pubblico dell’opera di Christo, Legambiente sarà presente sul lago d’Iseo per la Goletta dei laghi e Festambiente, con un monitoraggio attento e scrupoloso sia dello stato di salute del bacino, grazie alla collaborazione di tecnici specializzati e al nuovo sistema di rilevazione delle microplastiche presenti nell’acqua, sia della sostenibilità dell’evento internazionale.

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