giovedì 28 Marzo 2024

Sequestrati impianti Petrolchimico

l gip di Siracusa, su richiesta della Procura, ha disposto il sequestro preventivo di due impianti industriali: lo stabilimento Esso e gli stabilimenti Isab Nord e Isab Sud del polo petrolchimico siracusano. E’ un provvedimento senza precedenti, se si considera che il polo petrolchimico siracusano resta uno dei più importanti d’Europa.
 L’inchiesta scaturisce dai numerosi esposti e dalle denunce di cittadini, il circolo di Legambiente locale ed enti e istituzioni che lamentavano la cattiva qualità dell’aria. Un pool di sostituti, coordinati dal capo della Procura Francesco Paolo Giordano, al termine di un’indagine scattata due anni fa, ha accertato un “significativo contributo al peggioramento della qualità dell’aria dovuto alle emissioni degli impianti”. Nel suo provvedimento il gip subordina la restituzione degli impianti “all’imposizione di prescrizioni per consentirne l’adeguamento alle norme tecniche vigenti”.

“Il sequestro preventivo per inquinamento ambientale di due impianti industriali del petrolchimico di Siracusa – dichiara Stefano Ciasfani, direttore generale di Legambiente – rappresenta finalmente una buona notizia per il popolo inquinato e per la qualità dell’aria del siracusano. Per anni in questa zona si sono verificate elevatissime emissioni inquinanti, anche a forte impatto odorigeno, che hanno provocato e provocano effetti negativi sull’ambiente e sulla salute della popolazione. La nostra associazione, con i circoli di Siracusa e del resto della provincia e con Legambiente Sicilia, in questi anni ha più volte denunciato, con dossier puntuali, come le varie edizioni di “Mal’aria industriale”, numerose uscite pubbliche, comunicati e segnalazioni fatte insieme anche ad altre associazioni, la preoccupante situazione del vecchio e inquinante polo industriale, chiedendo azioni concrete contro le emissioni e prescrizioni più stringenti per gli impianti più impattanti. Sottolineiamo con grande soddisfazione – aggiunge Ciafani – come alcune delle nostre proposte siano state riprese nelle prescrizioni imposte col sequestro dalla procura di Siracusa, a cui va il nostro plauso per il lavoro svolto. Negli ultimi due ultimi anni stanno vedendo al pettine tanti nodi delle più gravi illegalità ambientali consumate sul territorio nazionale grazie anche all’applicazione della legge sugli ecoreati, che ha inserito nel maggio 2015 i delitti ambientali nel nostro Codice penale. L’aria è cambiata: nel nostro Paese chi inquina finalmente comincia a pagare”.

 L’associazione ambientalista ricorda che il petrolchimico di Siracusa ricade in uno dei 39 siti di interesse nazionale (Sin) da bonificare ed è uno tra i più inquinanti d’Europa. La scorsa primavera Legambiente ha anche dato il via ad una mobilitazione popolare sul territorio per denunciare in nome del popolo inquinato la situazione del petrolchimico. “Ci auguriamo che questo sequestro – conclude il direttore generale di Legambiente –  possa rappresentare davvero una nuova pagina per il risanamento ambientale dell’area industriale siracusana. È ora che l’Italia dica davvero basta a vecchi impianti obsoleti e inquinanti ed abbia il coraggio di riconvertire l’industria del secolo scorso, ormai in stato comatoso, alla green economy più innovativa”.  

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