«Studiavo relazioni internazionali per intraprendere la carriera diplomatica. La mia terra però ha deciso per me, spingendomi a scegliere un altro percorso. Quando vieni da un posto come Giugliano, in piena Terra dei fuochi, dove giacciono dimenticate da anni ecoballe di immondizia e vedi ogni giorno all’imbrunire appiccare fuoco ai rifiuti, senti dentro di dovere qualcosa a quella terra martoriata». Salvatore Micillo lotta da anni contro il disastro ambientale che ha colpito la Campania. L’ha fatto prima da attivista, organizzando numerosi sit-in e proteste insieme ai comitati della zona. Poi ha continuato a farlo una volta eletto in commissione Ambiente alla Camera col Movimento Cinque Stelle. Fino a quando lo scorso 19 maggio, a legge approvata, ha brindato insieme a Legambiente e ai suoi colleghi a piazza Navona.
Qual è stata la parte più difficile nella battaglia agli ecoreati?
Dopo l’approvazione alla Camera perché al Senato ci siamo resi conto che c’erano resistenze fortissime. Poi purtroppo e per fortuna, questo l’ho sempre detto, è successo che molti processi su disastri ambientali si sono risolti con un nulla di fatto e lì si è mosso qualcosa. Parte del Senato ha cominciato a capire cosa significava non avere una tutela ambientale. Fino a ieri persino chi rubava una mela era punito in misura maggiore dalla legge rispetto a chi causava un disastro ambientale.
Interverrete nuovamente per reintrodurre il divieto di utilizzo dell’air gun?
Abbiamo già una proposta di legge in merito depositata dal collega Gianluca Castaldi, che l’ha annunciato ieri in Senato. D’altronde, se fosse passato nuovamente l’air gun come emendamento sarebbe ricominciato tutto da capo.
Secondo Confindustria questa legge rischia di scoraggiare gli investimenti in Italia.
A Confindustria ho più volte detto che questo disegno di legge serve a tutelare quelle aziende che lavorano in maniera green, ovvero l’industria sana, quella che resiste nonostante la crisi svolgendo la sua attività nel rispetto della salute e dell’ambiente. La legge sugli ecoreati rappresenta un ostacolo per le imprese che producono inquinando e che fanno concorrenza sleale a chi opera nella legalità.
Cosa rispondi a chi negli ultimi giorni ha insistentemente chiesto al M5S di non approvare la norma perché presenterebbe dei difetti abbastanza rilevanti?
Rispondo che abbiamo avuto con noi molti giuristi come Raffaele Piccirillo, giudice di Cassazione, a seguire l’iter parlamentare della legge e chi come le forze dell’ordine ci ha chiesto più volte di non mollare. Le problematiche di cui si è parlato emergeranno quando ci saranno le sentenze, quando cioè la giurisprudenza farà il suo decorso. Allora in quel caso interverremo per apportare delle modifiche, ma fino a quel momento è inutile fasciarsi la testa prima di cadere, anche perché finalmente possiamo parlare di reati ambientali.