Prima esistevano la danza contemporanea da una parte e il circo contemporaneo dallโaltro. E poi un giorno vai sotto un tendone, a Parigi, in mezzo al parco della Villette e scopri che dietro la X e la Y (nome della compagnia francese) c’รจ un mondo meraviglioso che รจ danza e che รจ circo e che รจ soprattutto musica per lo spirito.
Una mente collettiva che dร vita ad un corpo collettivo: Il n’est pas encore minuit รจ un’opera elegante, delicata, fatta di una vita che ti chiama da โdentroโ e ti chiede di stare โfuoriโ. Allโinizio dello spettacolo, i venti artisti di XY simulano risse di strada, esclusioni, situazioni di aggressivitร opache. Per poi sciogliere gradualmente questi conflitti in movimenti differenti, capaci di fare aria. Alla dimensione orizzontale delle prime scene si sostituisce la linea verticale, lร dove il volo, lโacrobazia circense che lascia senza fiato (si arriva a quattro salti mortali con avvitamento) la capacitร di scivolare lโuno nel corpo dellโaltro usando semplici elementi come tavole di legno, producono un doppio livello di ricezione: spettacolare e metaforico. Pian piano, si lascia per strada lo sguardo obliquo che annienta, la mano tesa in difesa, per fare spazio allโespressione del corpo che si libra in alto. Niente trapezi e niente numeri individuali. Lโartista si produce nel salto mortale solo se รจ guidato dallo sguardo dellโaltro, quando la soglia di attenzione collettiva si alza, a protezione del singolo.
Alla fine dello spettacolo, un acrobata della compagnia legge un manifesto di solidarietร e di pace che libera adulti e bambini in una standing ovation. Il messaggio รจ chiaro: per costruire qualcosa non si puรฒ che essere uniti, spingendo sempre un po’ piรน in lร i limiti dell’individuo, che invece, quando non รจ allenato a โpensare insiemeโ, si rifugia in quei pregiudizi capaci di scavare solo nel terreno conosciuto della violenza. Il nโest pas encore minuit, ospitato lโanno scorso a Torino Danza, tornerร presto in Italia in date da definire.