Barriere internazionali

di Enzo Pranzini, professore di Geografia fisica e geomorfologica all’università di Firenze

erosione costiera in Ucraina

Il fenomeno dell’erosione costiera in Ucraina

L’erosione costiera colpisce da tempo tutti i paesi europei. Anche se ogni spiaggia ha qualche fattore specifico che determina questo fenomeno, la riduzione delle superfici agricole, lo sbarramento dei fiumi da parte delle dighe, le cave di sabbia e ghiaia negli alvei fluviali, insieme alla costruzione di porti, sono cause che si trovano lungo le coste del Vecchio continente. Tutte hanno un’origine recente, legata allo sviluppo socio-economico, anche se in alcuni tratti costieri la subsidenza gioca da millenni un ruolo determinante, basti pensare all’Olanda e alla laguna veneta. E già qui si vedono le differenze nell’affrontare il problema: in Olanda da sempre si sono dragate le foci fluviali e i fondali per portare nuova sabbia sulle spiagge e ricostruire le dune, a Venezia nel ‘700 si sono costruiti i murazzi. Le cave di rocce sono lontanissime dalle coste olandesi e ciò certamente ha influenzato il tipo di difesa adottato in questo paese. Da noi sono vicinissime al mare e questa fortuna si è trasformata in una tragedia: chilometri di coste sabbiose sono stati trasformati in coste rocciose. Percorrendo le coste d’Europa si trovano le più svariate soluzioni all’erosione: alcune utilizzate in modo ubiquitario dalla metà dell’800, pennelli e scogliere radenti, altre specifiche di alcuni paesi, come i pennelli permeabili e i setti sommersi, per arrivare a soluzioni innovative o sperimentali, sulla cui efficacia è ancora aperto il dibattito, come il drenaggio delle spiagge o i reef artificiali. Negli ultimi decenni il ripascimento artificiale delle spiagge, preferibilmente con sedimenti dragati dai depositi della piattaforma continentale, ha affiancato o sostituito le tradizionali scogliere e queste, in alcuni casi, sono state rimosse o abbassate sotto al livello del mare. Fattori storici, culturali, normativi e politici sono parte del problema e spesso influenzano le soluzioni tecniche.

erosione costiera

Il Belgio è esposto all’erosione come l’Olanda, anch’esso ha ingenti depositi di sabbia vicino alla costa, ma ha scelto di costruire un sistema di difese rigide pressoché continuo, forse perché altrettanto continuo è lo sviluppo urbanistico del litorale. Nell’ex Unione Sovietica le coste furono difese con protezioni molto invasive, ora completamente distrutte e impossibili da ristrutturare a causa delle condizioni economiche. Ma la Guerra fredda ha lasciato un dono all’Estonia: i terreni costieri da cui era stata allontanata la popolazione per scopi militari non vengono ora edificati e diventano dei grandi parchi naturali. Analizzando quanto è accaduto lungo le coste d’Europa, si vede come l’affermarsi del turismo balneare abbia influenzato le tecniche di difesa, che ora sono volte essenzialmente al mantenimento della spiaggia. In Italia gli elevati costi che già i primi interventi comportavano e l’aggravarsi del problema erosivo, innescato spesso alle prime scogliere realizzate, non hanno spinto la pianificazione costiera verso la delimitazione di fasce di rispetto nelle quali proibire l’edificazione, ma anzi vi è stata una continua cementificazione, con l’assalto alle zone più belle e sensibili, fino a coprire le dune con residence e villaggi turistici. Per difendere questi insediamenti, oggi centinaia di pennelli e scogliere parallele si inseguono lungo il litorale, ognuno proteggendo un piccolo settore costiero ma innescando l’erosione nei tratti posti sottoflutto. Così centinaia di chilometri di litorali sabbiosi sono stati trasformati in coste rocciose. Consapevoli che questa strategia non poteva essere sostenibile sul lungo periodo, il ripascimento artificiale è divenuto la soluzione preferita in molti paesi. Facile per quelli che si affacciano sul Mare del Nord, ricco di sabbia, ma problematico nel Mediterraneo, dove questa risorsa è assai più limitata e il rischio di danni ambientali è estremamente maggiore. Ecco che da noi quell’evoluzione delle idee, che era partita da un’estrema fiducia nelle scogliere per poi passare verso difese più morbide, sta mostrando un’inversione di tendenza e si è ricominciato a progettare opere che si basano su imponenti scogliere. Purtroppo gli scenari futuri relativi al riscaldamento globale, con il conseguente innalzamento del livello del mare e incremento degli eventi estremi, renderanno il problema della protezione dei litorali ancora più attuale. Ma mentre in alcuni paesi si fanno piani a lungo termine, in Italia in molti casi si preferisce dare risposte provvisorie e locali a chi chiede più spazio per piantare gli ombrelloni nell’imminente stagione balneare.

 

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