giovedì 18 Aprile 2024

Auguri a Paolo Gentiloni

Copertina de La Nuova Ecologia, giugno 1986

Uno dei privilegi che si hanno nel dirigere una testata giornalistica prestigiosa e ricca di storia come La Nuova Ecologia è quello di poter fare gli auguri di buon lavoro a un collega diventato presidente del Consiglio. Paolo Gentiloni ha diretto per 8 anni, dal 1984 al 1992, la rivista di Legambiente e con lui è cresciuta una redazione che ha scritto pagine importanti dell’informazione ambientale nel nostro Paese. Una su tutte quelle che svelò le omissioni di Stato sulle effettive conseguenze dell’incidente alla centrale nucleare di Cernobyl nell’aprile del 1986, con la pubblicazione, un mese dopo la catastrofe, dei dati dell’Enea sulle vere contaminazioni causate in Italia dal passaggio dalla nube radioattiva. “L’atomo ha travolto l’apprendista stregone”, titolò allora La Nuova Ecologia. Ma ci sono voluti ben due referendum, l’ultimo nel 2011, perché in Italia si mettesse davvero la parola fine a quelle “stregonerie”.

La passione per questo nostro difficile mestiere del giornalista e per l’informazione più in generale, ha accompagnato Paolo Gentiloni anche nella sua carriera politica e istituzionale: dal ruolo di responsabile della comunicazione nella prima giunta Rutelli alla presidenza della Commissione parlamentare di vigilanza della Rai fino all’incarico di ministro delle Comunicazioni nel secondo governo Prodi.
Chiamato oggi alla guida di un governo che nasce in un momento difficile del nostro Paese – profondamente diviso, ancora immerso in una lunghissima stagione di crisi (economica, sociale e, per molti aspetti, morale), fragile più di altri per la sismicità che ne caratterizza una parte ampia del territorio, il dissesto idrogeologico “cronicizzato”, l’esposizione ai cambiamenti climatici – Paolo Gentiloni dovrà fare tesoro, questo è l’augurio che gli faccio da “collega”, di tutte le competenze acquisite nei suoi lunghi anni di impegno da giornalista e da ambientalista. Guardando la realtà dei fatti in maniera obiettiva e affrontandola, per le responsabilità che sarà chiamato ad avere, con quel sano e pragmatico “riformismo rivoluzionario” che s’impara quando si ha avuto il privilegio di essere un legambientino. Auguri di cuore, presidente Gentiloni.

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